Copertina di "La gentile" di Roberta Lepri

La gentile di Roberta Lepri

La gentile di Roberta Lepri

Recensione di

Marco Stancati

portavoce della fondazione rigel

Il romanzo La gentile di Roberta Lepri ci conduce in Umbria, specificamente a Città di Castello, luogo d’origine dell’autrice e dei suoi avi, ambientando la narrazione dalla fine dell’Ottocento fino alla Seconda guerra mondiale. La storia intreccia le vite e i destini di due donne: Alice Hallgarten, una ricca filantropa americana realmente esistita, ed Ester, un personaggio di fantasia che viene reso “spietatamente vero” dall’autrice. Ester è una giovane ebrea convertita, segnata dalla povertà e dalle difficoltà.

Il titolo stesso, La gentile, possiede un significato duplice. Si riferisce sia all’origine ebraica di Ester, definita “gentile” in quanto convertita, sia al tratto distintivo del carattere di Alice: la gentilezza d’animo.

Alice incarna la modernità e la lotta per i diritti delle donne, ispirata dagli ideali di emancipazione femminile. Mossa da un profondo desiderio di progresso sociale, sposa il barone Leopoldo Franchetti, convincendolo a finanziare una scuola per i figli dei contadini e la scuola di ricamatrici “Tela Umbra,” che tuttora produce lini pregiatissimi dal 1908. Alice, che nel romanzo incrocia Maria Montessori, crede fermamente nel potere dell’istruzione e del lavoro come strumenti di riscatto sociale.

Ester, al contrario, vive in una realtà di miseria materiale e un deserto di sentimenti, avendo una madre anaffettiva e un padre succube. Nonostante le avversità, Ester riesce a frequentare la scuola nella villa dei baroni, sognando di diventare maestra per evadere da una vita di stenti. L’incontro con Alice le offre una grande opportunità.

Il loro rapporto si rivela complesso e sfaccettato, segnato da incomprensioni reciproche. La narrazione induce a riflettere sulla facile pervasività del male e sulla complessità del “fare il bene,” nonché sui limiti della filantropia. La gentilezza di Alice non riesce a colmare il divario sociale; Alice non è sufficientemente empatica da comprendere appieno le esigenze di Ester e il suo desiderio di vera autonomia, non assecondando fino in fondo il suo desiderio di diventare maestra. La sua filantropia si scontra con i limiti di una società non pronta a offrire reali opportunità di riscatto.

Questo conflitto culmina in un profondo rancore che Ester matura nei confronti di Alice. E Alice prigioniera di questo rancore sarà costretta ad attendere la riappacificazione di Ester con sé stessa prima ancora che con lei, per poter lasciare definitivamente la (sua) terra.

La recensione completa su Just Baked: https://www.justbaked.it/roberta-lepri-due-donne-due-vite-due-destini-incrociati/

Il libro è acquistabile anche on line: https://amzn.eu/d/3undWZ3

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