L’arte della Gioia di Goliarda Sapienza

L’arte della Gioia di Goliarda Sapienza
Recensione di

Marco Stancati
Portavoce Fondazione Rigel ETS
Recensione
UN MANIFESTO DI VITA E RESILIENZA
Tra la fine degli anni 80 e i primi degli anni 90 ho incontrato due volte Goliarda Sapienza che era presentata per lo più come attrice e femminista. Un femminismo originale, lontano da standard omologanti. Ignoravo completamente che fosse anche scrittrice. Ho letto le sue opere solo dopo la sua morte, scoprendola come autrice di potente incisività: “L’Arte della Gioia” è un romanzo talmente intenso che spero finisca per prevalere la consapevolezza che ci troviamo difronte a uno dei testi più significativi della letteratura contemporanea; e non solo italiana.
Modesta, la protagonista dal nome decisamente antifrastico, è una figura femminile nuova nella letteratura italiana. Nata in Sicilia il primo gennaio del 1900, fugge vittoriosamente dalla miseria e dalle prevaricazioni, trovando rifugio in una famiglia nobile. Finirà per gestirla quella famiglia con spietata lucidità ma senza perdere la sua gioia vitale. Mai, anche quando finirà in carcere come antifascista: vi troverà soddisfazione erotica e capacità di analisi delle vicende storiche quando
sono ancora cronaca. Il romanzo narra la storia del Novecento dal punto di vista di una donna, che coglie errori nella narrazione maschile e nel femminismo di maniera. Goliarda trasfonde in Modesta molto di sé stessa: un’indole “fuori del sistema,” indipendente, che non fa sconti a nessuno.
Il libro fu pubblicato nella sua versione integrale solo postumo e dopo il successo all’estero, grazie al marito Angelo Pellegrino. Negli anni ’70-’80 gli editori non erano pronti ad accettare, specialmente da una donna “libera pensatrice” come Goliarda, un testo che travolgeva molti tabù. Il rifiuto era ideologico-morale e stilistico, data la scrittura a ondate, ricca e vorticosa. Oggi, quasi cinquanta anni dopo l’ultimazione del romanzo, il mondo di Modesta arriva su schermi cinematografici e televisivi.
Ho sentito spesso lettori, più frequentemente lettrici, dire che non riuscivano a staccarsi dal libro e che l’hanno letto “tutto d’un fiato”. Complimenti per la tenuta!
Ma penso che questo romanzo vada letto respirando regolarmente e staccando con una certa continuità.
Ci sono dialoghi da metabolizzare, visioni da percepire, atmosfere nelle quali entrare, personaggi da amare o detestare, riletture della storia con una spiegazione della pericolosa fascinazione del fascismo, profezie sul futuro… insomma c’è una sorta di conversazione da tenere con Goliarda-Modesta.
La recensione integrale la trovate qui:
Il libro è acquistabile anche on line:
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