IA: Demolire i Bias di genere, un algoritmo alla volta
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IA: Demolire i Bias di genere, un algoritmo alla volta
L’IA promette di rivoluzionare il nostro mondo, ma nasconde un lato oscuro: i bias di genere. Tiziana Catarci, Direttrice del DIAG e Professoressa Ordinaria di Ingegneria Informatica presso La Sapienza Università di Roma, ci guiderà in un viaggio tra le contraddizioni dell’IA, alla scoperta di soluzioni concrete per un futuro digitale più equo.
Con

Tiziana Catarci
Direttrice del DIAG e Professoressa Ordinaria di Ingegneria Informatica presso La Sapienza Università di Roma
Resoconto del Webinar
Il 13 febbraio si è tenuto il webinar IA: demolire i bias di genere, un algoritmo alla volta con Tiziana Catarci, professoressa ordinaria di Ingegneria Informatica presso La Sapienza di Roma e Presidente SIpEIA (Società Italiana per l’Etica dell’Intelligenza Artificiale).
11 febbraio si è celebrato la Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, un momento cruciale per riflettere sulla disparità di genere nel mondo scientifico e tecnologico, in particolare nel campo in rapida ascesa dell’Intelligenza Artificiale (IA).
A pochi giorni da questa ricorrenza, il 13 febbraio la Fondazione Rigel ha avuto il piacere di ospitare la Prof.ssa Tiziana Catarci, Ordinaria di Ingegneria Informatica presso La Sapienza di Roma e Presidente SIpEIA, per una stimolante discussione sul tema.
L’intervento della Prof.ssa Catarci ha offerto spunti di riflessione cruciali, mettendo in luce la necessità di un approccio inclusivo allo sviluppo e all’applicazione dell’IA, per garantire che questa potente tecnologia non perpetui forme di discriminazione di qualunque tipo e sia al servizio di tutta la società.
Il divario di genere nell’IA: un problema globale
Come evidenziato dalla Prof.ssa Catarci, la sottorappresentazione delle donne nel settore dell’IA è un problema a livello globale, ma più accentuato in Italia. Infatti, I laureati in discipline STEM sono circa 21 su 1.000 nei giovani europei con un’età tra i 20 e i 29 anni. Le donne laureate sono circa il 15% a fronte di un 28% di uomini. In Italia, ogni mille laureati, 16,4% lo sono in materie STEM e le femmine sono il 13,3% contro un 19,4% di maschi.
Quando l’IA discrimina: le conseguenze di un mondo a metà
Immaginate un mondo in cui l’Intelligenza Artificiale, progettata per semplificarci la vita, finisce per discriminarci, limitare le nostre opportunità o addirittura metterci in pericolo. Sembra fantascienza, eppure è un rischio reale se i sistemi di IA vengono sviluppati in un ambiente privo di diversità, dove la prospettiva femminile è assente o marginale.
La mancanza di donne nei team di sviluppo dell’IA non è solo una questione di numeri, ma una falla nel sistema che può generare conseguenze gravi e pervasive. Ecco alcuni esempi concreti:
Diagnostiche mediche distorte: Un sistema di IA che analizza immagini mediche per diagnosticare malattie, se addestrato su dati prevalentemente maschili, potrebbe non essere in grado di identificare correttamente patologie che si manifestano in modo diverso nelle donne, con gravi conseguenze per la loro salute.
Sistemi di sicurezza che amplificano i pregiudizi: Un algoritmo utilizzato per la prevenzione della criminalità, se addestrato su dati che riflettono bias razziali o di genere, potrebbe erroneamente identificare come “sospette” persone appartenenti a minoranze o donne che si trovano in determinate situazioni.
Robot domestici che perpetuano stereotipi: Se i robot che assistono nelle faccende domestiche vengono programmati con una “personalità” femminile e una voce sottomessa, si rischia di rafforzare gli stereotipi di genere e di normalizzare la discriminazione.
Questi sono solo alcuni esempi di come la mancanza di diversità nell’IA possa avere un impatto negativo sulla società perpetuando disuguaglianze.
L’importanza di sostenere un’IA inclusiva
Crediamo che un futuro migliore sia possibile solo se donne e uomini collaborano fianco a fianco nella creazione e nell’applicazione di questa potente tecnologia che ha già modificato il nostro approccio quotidiano al digitale.
La Fondazione Rigel, con l’esperienza pluriennale delle sue prime fondatrici nella promozione dell’inclusione e della parità di genere, farà la sua parte per promuovere un’IA che sia al servizio di tutta l’umanità, che valorizzi la diversità e promuova l’inclusione, attraverso diverse azioni concrete:
Sensibilizzare l’opinione pubblica: webinar gratuiti, articoli e blog divulgativi, infografiche, canali social e eventi locali.
Promuovere la partecipazione femminile: corsi di empowerment, “mentoring in pillole”, formazione specifica.
Supportare le PMI: workshop, “cassetta degli attrezzi” online, consulenza specialistica, collaborazione con università.
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